Un passo avanti significativo nella terapia contro il tumore al seno grazie alla ricerca internazionale.
Il tumore al seno rappresenta una delle maggiori sfide nel campo dell’oncologia, essendo il tipo di cancro più diffuso tra le donne in Italia. Tra le sue forme, il tumore al seno triplo negativo spicca per aggressività e difficoltà di trattamento, costituendo circa il 15-20% dei casi.
Questa variante, particolarmente temibile per la sua rapida progressione e alta frequenza di recidiva, colpisce prevalentemente donne al di sotto dei 50 anni, spesso legata a mutazioni genetiche come quella del gene BRCA1.
Nuovo orizzonte terapeutico per il tumore al seno
Recentemente, uno studio preclinico realizzato da un team internazionale di ricercatori provenienti dalle Università di Adelaide e dell’Australia Meridionale, in collaborazione con il Dipartimento di Chirurgia e Cancro di un college di Londra, ha aperto nuove speranze per le pazienti.
I risultati, pubblicati sulla rivista Oncogene, presentano un innovativo farmaco, identificato come “CDDD11-8“, capace di arrestare la crescita del tumore al seno triplo negativo senza generare effetti collaterali tossici.
A differenza dei trattamenti tradizionali, come la chemioterapia, che non discrimina tra cellule sane e cancerose, il CDDD11-8 mira selettivamente le cellule tumorali nel tessuto mammario e le metastasi. Questo offre una terapia più sicura ed efficace. Il segreto di tale selettività risiede nell’obiettivo molecolare del farmaco: la proteina CDK9. Questa proteina è essenziale per la proliferazione delle cellule cancerose.
Risultati promettenti da studi preclinici
Gli studi su modelli animali e organoidi hanno dimostrato una notevole riduzione delle masse tumorali senza impattare negativamente sulle cellule sane. Questa caratteristica rende il CDDD11-8 una potenziale svolta nel trattamento del carcinoma mammario triplo negativo. Quindi, fornendo una terapia mirata contro le cellule tumorali e le metastasi che resistono ai trattamenti convenzionali.
La ricerca suggerisce che inibire la proteina CDK9 potrebbe rappresentare una strategia efficace non solo per il cancro al seno triplo negativo. Ma non solo per questa malattia, ma anche per altri tumori altamente aggressivi e dipendenti dalla trascrizione. Gli esiti positivi di questi studi preclinici aprono la strada a futuri test clinici sull’uomo, con la speranza di estendere l’uso del CDDD11-8 ad altre forme di cancro difficili da trattare.